Divisione del lavoro

Nell’analisi e inquadramento di un’azienda non si può prescindere dallo studio dell’organizzazione aziendale che, come disciplina di studio interna all’economia aziendale, è sostanzialmente quella corrente che si occupa di descrivere gli assetti delle aziende in modo da trovare i più efficienti, soprattutto in relazione a quella che è la pianificazione aziendale, ovvero il modo attraverso cui vengono impiegate risorse, lavoratori per raggiungere gli obiettivi economici e di fatturato. Da un punto di vista meramente formale e descrittivo, specificatamente in relazione all’impiego del capitale umano, per quanto riguarda la struttura organizzativa aziendale bisogna porre l’enfasi su determinati punti, i quali caratterizzano e spiegano come funziona e come si devono studiare le imprese. I 4 punti sono:

Fra queste caratteristiche spicca sicuramente la divisione del lavoro aziendale, un ambito di disciplina e analisi davvero particolare per via della sua delicatezza, del modo in cui coinvolge direttamente la produzione e l’operatività, arrivando a toccare anche i rapporti e le mansioni dei singoli lavoratori impiegati, definendone anche i limiti di operatività e l’ampiezza degli stessi. Questo aspetto, molto studiato nella dottrina delle scienze sociologiche del lavoro e dell’economia aziendale, viene esplicita ed espanso di seguito, con lo scopo di fornire a chiunque ne abbia interesse piccole pillole di conoscenza su cos’è la divisione del lavoro aziendale, come funziona e come è connessa anche alla teoria sulla specializzazione del lavoro nelle sue varie forme, ovvero verticale e orizzontale, e che definisce i ruoli all’interno di una struttura economica.

La divisione del lavoro fra caratteristiche e importanza

Sostanzialmente, la divisione del lavoro all’interno dell’azienda è scomposto e caratterizzato da tre diversi modi di intenderla, ognuno con le sue peculiarità che seguono vari criteri di analisi; questa suddivisione permettere agli studiosi della dottrina del lavoro e dell’economia di analizzare con distacco i processi produttivi e lavorativi di un luogo di lavoro, per poterne valutare l’efficienza e l’efficacia.

Innanzitutto, quando si scompongono i processi aziendali, solitamente si riconduce tutto in attività elementari, che vengono poi raggruppate all’interno di compiti ben specifici che corrispondono a mansioni o compiti e che seguono un criterio logico o tecnico: ad esempio, per gli impiegati di ufficio si distinguerà fra personale amministrativo e contabile, ovvero fra personale impiegato in attività di back office: tutti coloro in possesso di caratteristiche o di titoli di studio che permettono l’impiego presso un determinato ramo dell’azienda saranno utilizzati soltanto per perseguire quel determinato scopo.

In secondo luogo, ogni singolo impiegato viene assegnato ad un ruolo, il quale è definito dalle sue mansioni con compiti specifici e non scambiabili con altre posizioni. Assegnando un compito specifico e delimitato ad un singolo lavoratore, la struttura aziendale potrà su di esso compiere un lavoro di analisi e valutazione del modo in cui lo porta a termine.

In fine, il terzo e ultimo punto della divisione del lavoro consiste nell’assegnazione di una o più persone alla posizione che richiede il possesso di quelle determinate caratteristiche, generando infine quelli che sono gli organi aziendali che solitamente vengono divisi per importanza, competenze e utilità: in sostanza, il singolo si occupa delle mansioni e tutto l’insieme delle persone che si occupano di una determinata mansione compone un organo, l’organo nella sua totalità concorre con gli altri – creati e stabiliti secondo lo stesso criterio – a dare vita all’organizzazione aziendale.

Questo aspetto è stato largamente studiato dagli accademici dell’economia aziendale con il risultato di creare diverse dottrine e modalità di analisi. Nello specifico, H. Mintzberg ha creato il concetto della divisione del lavoro applicato a quello della specializzazione, che può essere verticale ovvero orizzontale, con la differenza sostanziale di aiutare ancora di più i datori di lavoro o gli addetti alle risorse umane a creare ambiti di separazione delle figure, permettendo un maggiore efficientamento delle unità produttive dedicate e specifiche.

La divisione del lavoro e specializzazione orizzontale e verticale

Secondo la teoria di Mintzberg, il lavoro è specializzato:

  • Orizzontalmente; è il caso ad esempio di quei lavoratori che sono assegnati a poche attività da compiere, non per forza però caratterizzate dalla ripetitività delle operazioni, che comunque sono omogenee, ovvero attengono tutte ad un medesimo ambito. La capacità e le competenze richieste per la loro assoluzione possono essere basilari ovvero molto complesse, a seconda dell’inquadramento all’interno di una unità organizzativa ovvero organizzazione aziendale delineata.
  • Verticalmente; è quel caso della specializzazione dove il lavoratore non ha tanta autonomia decisionale e che spesso, senza alcuna generalizzazione, le attività specializzate verticalmente sono complesse tanto più aumenta l’autonomia decisionale in base ad un ordine non scritto ma tacito per cui una posizione meno è verticale e più è di vertice.

Queste due specializzazioni del lavoro possono dare vita a quattro diverse commistioni di divisione del lavoro, creando:

  • Posizioni di alta specializzazione sia verticale che orizzontale, traducendo in sostanza quella che è la posizione di lavoro operativo;
  • Situazione dove c’è una scarsa specializzazione orizzontale ma un’altra verticale, ed è il cosiddetto lavoro di supervisione;
  • C’è poi il caso dell’alta specializzazione orizzontale e la bassa specializzazione verticale, come nel lavoro professionale;
  • Infine una bassa specializzazione verticale e orizzontale danno vita al lavoro direttivo.

A seconda di quanto viene diminuita la specializzazione orizzontale si viene a parlare di allargamento dei compiti, operando la cosiddetta aggregazione orizzontale: compiti o mansioni che stanno a monte della catena organizzativa vengono affidate a soggetti diversi; di contro l’arricchimento dei compiti viene ad esistere nel caso di diminuzione della specializzazione verticale, operando una cosiddetta aggregazione verticale.

Ci sono aziende che per garantire una corretta divisione del lavoro, senza creare queste discrasie, operano la rotazione dei compiti, dove vi è una variazione delle mansioni assegnate ad un singolo operatore all’interno di un’area operativa che permettono un aggregamento delle conoscenze senza perdere qualità operativa.

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