Autoefficacia percepita: cos’è e come sfruttarla a proprio vantaggio per migliorare l’aspetto lavorativo

L’autoefficacia percepita è la risposta che riusciamo a dare quando qualcuno ci chiede in che cosa siamo bravi, ovvero, è una valutazione che diamo di noi stessi sulle nostre abilità e capacità, il nostro know how che ci permette di portare a termine un compito o un lavoro assegnato.

Avere autoefficacia significa anche essere in grado di prendere delle decisioni che possano comportare dei grossi cambiamenti nelle nostre vite di ogni giorno.

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Qual è la differenza tra autoefficacia alta e autoefficacia bassa

Qual è la differenza tra autoefficacia alta e autoefficacia bassa

Come viene misurata l’autoefficacia? Si parla di autoefficacia percepita alta e autoefficacia bassa. Vediamo le differenze.

Autoefficacia alta

Si ha un livello alto di autoefficacia quando: 

  • si ha pieno controllo e si è capaci di gestire l’ansia, lo stress, le difficoltà, le distrazioni; 
  • ci si pone degli obiettivi e li si raggiunge ad ogni costo; 
  • si tende a migliorare sempre la percezione del controllo sulla situazione.

Autoefficacia bassa

Il livello invece un livello basso di autoefficacia quando: 

  • ci si preoccupa troppo dei propri fallimenti, di non essere all’altezza; 
  • si sopravvaluta le capacità dell’altro e ci si sente inferiori; 
  • si è incapaci di concentrarsi sul compito o sul lavoro da svolgere.

Potrebbe esserti utile anche la lettura di: Autoefficacia e performance

‍Come l’autoefficacia percepita può influire nel lavoro

Se si ha fiducia in se stessi, naturalmente, non si avrà alcun timore di mettersi in gioco e accettare nuove sfide. Questo naturalmente è ciò che accade quando l’autoefficacia percepita va ad influire nel lavoro.

Se ci si sente capaci di fare qualcosa, di assumere l’incarico affidato si darà il massimo per raggiungere l’obiettivo e portarsi a casa il risultato. Al contrario, se si ha una scarsa autoefficacia percepita si tenderà ad essere arrendevoli, a gettare la spugna, a restare nella propria comfort zone e a non “osare” mai per paura di fallire. 

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Come costruire la Self Efficacy

C’è un modo allora per costruire la self efficacy? Sì, l’autoefficacia va costruita sfidando se stessi, avendo fiducia nelle proprie capacità di riuscire a fare qualsiasi cosa, di non mollare mai la presa.

Tutto questo lo si può fare solo se si ha la forza di esporsi a situazioni stimolanti, magari anche sostenuti da professionisti che ci diano qualche dritta su come credere di più nelle proprie capacità.

Naturalmente, è consigliato procedere per gradi, cioè gradualmente iniziare ad esporsi dapprima a contesti mediamente complessi per poi arrivare ad accettare qualunque sfida, perché a quel punto niente più potrà ostacolare il raggiungimento della meta. 

Questo articolo potrebbe esserti utile: Misura delle convinzioni di autoefficacia

Come costruire la Self Efficacy

‍Il circolo dell’autoefficacia

Quel che accade, insomma, è di ritrovarsi nel circolo dell’autoefficacia che si autoalimenta continuamente, sia in senso positivo che negativo. Concentriamoci sull’aspetto positivo. Avere autoefficacia percepita comporta a: 

  • avere più fiducia in se stessi e dunque raggiungere più risultati; 
  • essere più motivati e di conseguenza più produttivi; 
  • investire in risorse che possano aiutare a migliorare la propria performance

In conclusione, tutto ciò che facciamo dipende anche (anzi, soprattutto) dall’idea che abbiamo di noi, delle nostre capacità, di quando dobbiamo prendere decisioni importanti di ciò che vogliamo mostrare di saper fare all’altro.

Approfondisci il tema anche su: Come si valuta l’autoefficacia?

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