Autoefficacia e performance: scala di misurazione e analisi dei requisiti

La teoria dell’autoefficacia può essere descritta con dei parametri essenziali che spiegano come funziona la relazione tra autoefficacia e performance in una data situazione. Affinché le condizioni di autoefficacia sussistano bisogna rispettare tre condizioni mentali specifiche, tra queste:

  • l’individuo deve apprendere a pieno le capacità richieste mediante l’osservazione diretta o indiretta di un preciso modello;
  • le aspettative illustrate nella prima parte devono essere consolidate per via della loro trasformazione in azioni. L’individuo in questione viene messo alla prova in un determinato contesto sicuro e incoraggiato al fine di usare le proprie potenzialità acquisite con lo scopo di poterle perfezionare;
  • la stessa procedura sarà poi riutilizzata nella fase finale, nel momento in cui l’individuo mette in pratica nella vita reale tutte le capacità acquisite durante questo lasso di tempo.

Un esempio di autoefficacia è dato da uno studente in un contesto scolastico, per definire ed organizzare le modalità di apprendimento per mantenere un equilibrato livello di motivazione con lo scopo di svolgere varie attività proposte dalla scuola. Secondo alcuni studi, i bambini con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) detengono un basso senso di autoefficacia inerenti proprio alle loro abilità sia a livello accademico sia a livello sociale. Questo comporta un notevole basso livello di autoeffiacia nei bambini che hanno disturbi specifici dell’apprendimento, già dalla scuola primaria, sviluppando così un’idea negativa di sé, creando dunque, dei livelli o dei momenti di ansia piuttosto alti che potrebbero protrarsi negli anni futuri, soprattutto in fatto di performance.

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La scala di misurazione dell’autoefficacia

Secondo Bandura, è opportuno registrare la forza delle convinzioni di autoefficacia su una scala da 100 punti che, ad intervalli regolari di 10 passi che parte da 0 con “Non sono capace” fino ad arrivare alla totale sicurezza dei 100 “Ne sono capace”. Questa scala di misurazione dell’efficacia non include numeri negativi in quanto non è possibile o pensabile ipotizzare una gradazione più bassa che riguardi il livello di incapacità di un determinato soggetto.

Bandura, per ottenere un indice che sia in grado di esprimere con certezza la reale forza d’efficacia di un individuo, propone quindi un metodo per misurare l’autoefficacia inerente al livello di performance di una certa azione, focalizzando gli item somministrativi su una categoria di prestazioni nel campo di quella stessa attività, anche lavorativa. Secondo lo psicologo, il livello ottimale di generalità della valutazione cambia in base a quello che si vuole presagire, a seconda di quanto si conoscono già in anticipo le richieste date dalla situazione in particolare.

Lo scopo è ottenere un certo livello di prestazione con il contesto creato appositamente per questa occasione, ottimizzando così il processo. Se invece la situazione e tutto il suo contesto sono meno stabili e poco strutturati, allora la performance sarà inefficace, dato che si verrebbe a richiedere un livello di maggiore generalità. Infatti, le persone, tendenzialmente, giudicano altre persone in fatto di efficacia rispetto un ampio margine di richieste poste dallo stesso compito entro un certo contesto.

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Analisi concettuale dei requisiti dell’autoefficacia

Inoltre, per poter creare uno strumento necessario al fine di misurare le convinzioni di efficacia dando sempre importanza al contesto, è importante un’analisi concettuale dei requisiti essenziali nell’attività d’oggetto di ricerca. Il fine infatti, è quello di identificare le caratteristiche che diano la possibilità di svolgere le attività non in modo occasionale, bensì in modo regolare, prendendo in considerazione eventuali condizioni ostili, in modo da poter comprendere a pieno gli elementi che possono finalmente portare ad una performance perfetta. Ad esempio è possibile chiedere agli individui di illustrare quali siano gli elementi che causino la loro difficoltà nello svolgere determinate azioni in modo regolare.

Infine, Bandura specifica che, se si dovesse limitare la misura per l’uso di item altamente correlati tra di loro, si andrà a ottenere delle scale che tendono a misurare in modo del tutto eccessivo solo una parte del senso di efficacia. Bandura qui, ha voluto specificare che uno schema concettuale ben solido per la costruzione di questi item, aiuta essenzialmente a verificare come l’insieme ordinato delle convinzioni dell’efficacia siano relative ed importanti per la performance che si vuole incoraggiare a fare. Tutto questo per poter ottenere quindi, dei feedback positivi riguardo le proprie abilità, dando modo al soggetto di ottenere senza problemi una propria autoefficacia, così come per quegli studenti che potranno essere in grado di autoistruirsi verbalmente al fine di reperire soluzioni più adatte ad ogni compito loro assegnato.

Bandura, ad esempio riguardo gli alunni, afferma che il raggiungimento dell’obiettivo, e quindi di un’autoefficacia positiva in relazione alle prestazioni del soggetto, può essere dato dalla collaborazione proficua con le famiglie degli studenti in esame, con lo scopo di riuscire a immettere in loro per ogni attività scolastica il giusto senso di efficacia per risolvere i quesiti messi in luce dal compito loro assegnato, il fine è soprattutto quello di coinvolgerli a livello non solo accademico, ma anche sociale che in futuro sarà professionale, autonomo e dirigenziale.

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