Misura delle convinzioni di autoefficacia

Bandura (1977) definisce autoefficacia le convinzioni che un individuo possiede di riuscire, tramite le proprie capacità cognitive, a gestire in modo adeguato determinate situazioni e a padroneggiare determinate attività, al fine di riuscire a ottenere i risultati prefissati.

La misura delle convinzioni di autoefficacia è definita dalla percezione che l’individuo possiede, circa la realizzazione di attività in domini circoscritti.

La Scala Likert definisce come misurare

In tale ottica la scala Likert definisce il modus operandi per la sua misura.
La tecnica proposta consiste nel porre al soggetto un certo numero di affermazioni, che prendono il nome di item, alle quali si può associare solo un atteggiamento positivo o negativo.
In particolare ogni item è configurato da una scala con più gradi, che varia da totalmente d’accordo a totalmente in disaccordo.


La somma di tali giudizi, permette di definire la risposta del soggetto rispetto all’oggetto.

L’applicazione della scala Likert alle convinzioni di autoefficacia prevede che gli item siano i diversi compiti a cui il soggetto è sottoposto, e che le persone rispondano a tali attività in termini di capacità di svolgerle. Ragion per cui, i gradi della scala sono configurati da so fare a non lo so fare.

Suggerimenti di Bandura nella misurazione

In particolare, lo psicologo Canadese Bandura suggerisce di misurare le convinzioni di autoefficacia attraverso una scala di 100 punti, suddivisa da intervalli da 10. Al valore 0 è associata l’inabilità allo svolgimento di tale attività, al valore 100 è connessa la piena padronanza di quella attività.
Per come è stata tarata, si deduce che è impossibile associare un valore negativo, in quanto dopo l’incapacità totale non vi è nulla.

La stima della misura delle convinzioni di autoefficacia, la si ottiene andando a ricostruire la media dei vari item proposti.

La stesura degli item, è un operazione delicata in quanto può invalidare il risultato del test. Essi devono essere brevi e chiari e soprattutto devono evitare le doppie negazioni.

La misura dell’autoefficacia è influenzata dal focus che viene posto rispetto all’azione. Per Bandura, bisogna proporre un grado di specificità intermedio, focalizzando più item lungo una specifica categoria di prestazioni rispetto all’attività.

Per lo psicologo di origini Canadesi, il livello di generalità ottimale è influenzato da un lato dalla situazione che si vuole predire, dall’altro da quante informazioni si hanno a disposizioni in merito a tale situazione.


In particolare, maggiore è la conoscenza della situazione che si vuole predire, maggiore sarà la specificità della misura ottimale.


Caso opposto se la conoscenza della situazione che si vuole predire è scarna, in tal caso si riduce drasticamente la specificità della misura ottimale.

Si conviene quindi che fissate le attività rispetto ai quali sono stati scritti gli item, in base alla specificità, il test fornirà risultati diversi.

Analisi preliminare dei requisiti


Tale concetto era stato già mostrato da Likert, il quale per l’analisi degli item, sottoponeva il soggetto a più test sullo stesso argomento, variando il grado di specificità. Se i test fornivano risultati simili, allora tale risultato era da considerarsi attendibile, il contrario evidenziava l’inefficienza del test.

Quest’ultimo passaggio evidenzia come lo sviluppo di un coerente strumento di misura delle convinzioni di efficacia passa dall’analisi preliminare dei requisiti chiave dell’attività rispetto alla quale si effettua l’analisi.

Tale analisi preliminare permette di capire in quali condizioni operative il soggetto riesce sistematicamente a svolgere quella particolare attività, e in quale il soggetto pensa di non riuscire a gestire la situazione.
Questo permette di discernere gli elementi che portano a una prestazione eccellente, da quelli che inficiano la prestazione.


Uno spunto spesso utilizzato per la stesura di scale valutative dell’autoefficacia autoregolatoria, consiste nel far descrivere al soggetto le condizioni che rendono difficile lo svolgimento dell’attività proposta.

Infine, Bandura descrive come l’utilizzo di item che tendono a sovrapporsi, forniscano risultati che misurano in modo ridondante solo un aspetto del senso di efficacia, perdendo di vista l’argomento nella sua totalità.

In tale ottica l’autore ritiene indispensabile la stesura di uno schema concettuale solido per la costruzione degli item, che consente di verificare le convinzioni di autoefficacia relative all’attività che si vuole predire.

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