Posizione finanziaria netta: cos’è e come si calcola la PFN

In ottica di monitorare e gestire al meglio il business è importante conoscere e calcolare la posizione finanziaria netta, o PFN.

La PFN fa dei tanti indici che, se guardati tutti insieme, forniscono una fotografia realistica e veritiera della situazione dell’azienda.

Ma ricorda che monitorare gli indici non serve soltanto per consapevolizzare in modo passivo qual è la situazione attuale, ma anche per prendere attivamente le decisioni per mettersi alla guida del business.

Ti invito ad ascoltare il nostro podcast in cui parliamo di business e business coaching e di come gestire un’azienda e farla crescere.

Ma tornando a noi, abbiamo detto che la posizione finanziaria netta è un indice.

La PFN serve per misurare l’indebitamento netto dell’azienda e infatti si calcola a partire dallo stato patrimoniale (la sezione del bilancio aziendale che contiene le attività e le passività).

La posizione finanziaria netta è un indicatore significativo per valutare la solidità finanziaria e la capacità di una società di far fronte ai suoi obblighi finanziari.

Infatti questo indice risponde alla domanda “che valore hanno i debiti se togliamo le attività finanziarie?”

Ecco perché la PFN misura l’indebitamento netto, perché calcola l’ammontare dei debiti non coperti dalle attività finanziarie.

Continua a leggere l’articolo se vuoi scoprire come si calcola la posizione finanziaria netta, ma se ti interessa di più avere dei consigli su quali indici calcolare e come usarli per gestire la tua azienda, compila il check up aziendale qui.

Come si calcola

Il calcolo della PFN fornisce un’indicazione chiara e immediata di quanto l’azienda abbia a disposizione per far fronte ai suoi obblighi.

Come abbiamo detto, gli elementi del calcolo si prendono dallo stato patrimoniale: passività finanziarie e attività finanziarie.

Per calcolare la posizione finanziaria netta, la formula è la seguente:

PFN = totale passività finanziarie – totale attività finanziarie.

Il risultato di questa semplice sottrazione è il valore (positivo o negativo) che esprime la capacità dell’azienda di far fronte ai suoi debiti finanziari.

Dagli elementi della formula vengono esclusi tutti i debiti e i crediti che derivano dall’attività tipica dell’azienda.

Alcuni esempi di voci escluse sono i crediti verso i clienti e i debiti verso i fornitori.

Questo perché, calcolando la posizione finanziaria netta, si vuole capire se l’ammontare dei mezzi finanziari aziendali sono in grado di coprire debiti e finanziamenti (erogati da banche, da altri enti finanziari, dai soci o da altri soggetti).

Il totale delle attività finanziarie e il totale delle passività finanziarie si ricavano dallo stato patrimoniale del bilancio.

In base alla forma di bilancio che stiamo esaminando (se bilancio civilistico o bilancio riclassificato secondo determinati principi) è probabile che dovremo andare a cercare le singole voci che compongono i due elementi della sottrazione.

Infatti solo nel caso di riclassificazione del bilancio funzionale, la posizione finanziaria netta è esplicitamente inserita tra le voci da riportare nello stato patrimoniale.

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Come si interpreta

Ma come si interpreta il risultato della posizione finanziaria netta?

Quali sono le informazioni che ci dà e che ci interessano per ottimizzare la gestione della nostra azienda?

Il risultato della PFN può essere con segno + (positivo) o con segno – (negativo), ma l’interpretazione dipende da vari fattori come chi svolge l’analisi di bilancio o quali sono le politiche di gestione interna dell’azienda, oppure ancora dal tipo di mercato in cui si opera.

Se l’analisi di bilancio viene svolta da un soggetto esterno è molto probabile che una posizione finanziaria netta negativa (quindi con segno -) sia interpretata come segno di buona salute.

Perché i soggetti esterni danno priorità alla capacità dell’azienda di coprire tutte le passività finanziarie con le attività finanziarie.

In ottica di gestione aziendale però, l’azienda non dà priorità soltanto alla copertura dei finanziamenti verso terzi.

È vero che, se il divario è molto importante, non è un buon segno, ma è anche vero che in ottica gestionale le attività finanziarie non servono soltanto a coprire le necessità verso i finanziamenti.

Le attività finanziarie servono anche per coprire le altre esigenze di gestione, come il pagamento dei debiti verso fornitori.

L’interpretazione del risultato della posizione finanziaria netta dipende quindi come si vogliono distribuire le attività finanziarie per coprire le voci di passività (non soltanto di natura finanziaria).

Posizione finanziaria netta positiva

Con posizione finanziaria netta positiva si intende il caso in cui il risultato abbia segno + e quindi quando le passività finanziarie sono più alte delle attività finanziarie.

Con una PFN positiva, l’azienda è finanziariamente debitrice, cioè che l’azienda deve restituire più mezzi finanziari rispetto a quelli che ha a disposizione (tra disponibilità liquide e crediti finanziari da incassare).

Una PFN positiva però non significa necessariamente l’ingresso in crisi finanziaria.

Nello svolgimento dell’attività imprenditoriale, una percentuale di indebitamento verso banche e altri enti è molto più che naturale, può essere considerata come fisiologica.

Prima di modificare politiche aziendali o prevedere piani di copertura delle passività finanziarie è importante rapportare la PFN con altri parametri e soprattutto tenere monitorato il risultato nel tempo.

Prima di destare preoccupazione è necessario valutare una serie di condizioni come:

  • un aumento del risultato della PFN nel tempo a parità di altre condizioni,
  • un valore molto alto del risultato anche rispetto al capitale proprio,
  • un valore molto importante anche rispetto all’ebitda.

Posizione finanziaria netta negativa

Allo stesso modo, quando si calcola una posizione finanziaria netta negativa (in cui le attività sono possono coprire totalmente le passività finanziarie) non è necessariamente segno di buona salute dell’azienda.

Se da un lato una posizione finanziaria netta negativa può indicare che l’azienda potrebbe aver generato profitti consistenti e accumulato riserve di cassa nel corso del tempo.

Oppure indicare una gestione finanziaria prudente, una buona gestione del capitale circolante e una politica di controllo delle spese.

Oppure ancora una solida posizione finanziaria può stare a significare che l’azienda ha una maggiore flessibilità per investire in opportunità di crescita, acquisizioni o innovazione.

Dall’altro lato potrebbe voler dire anche che l’azienda ha un eccesso di fondi liquidi fermi che potrebbero essere invece investiti per far prosperare di più il business.

In base al tipo di informazione che vogliamo ricavare, anche una posizione finanziaria netta negativa potrebbe nascondere alcune insidie e alcune opportunità che non si stanno cogliendo.

Proprio per questo motivo gli indici di bilancio non devono essere calcolati e interpretati singolarmente, ma rapportati l’un l’altro e soprattutto monitorati nel tempo.

Solo in questo modo è possibile trarre delle conclusioni interessanti e utili per una migliore definizione degli obiettivi futuri.

Quando calcolarla e quali sono i suoi limiti

Come ogni altro indice di bilancio, più informazioni abbiamo a disposizione sull’attività aziendale meglio è.

Calcolare la posizione finanziaria netta, essendo un indice di solvibilità finanziaria, è sempre utile.

Ma, dopo il calcolo, è importante scegliere la giusta interpretazione.

È importante poi tenere conto anche dei limiti della posizione finanziaria netta, oltre che dell’interpretazione, perché ci sono alcuni fattori che non vengono considerati nei fattori della formula ma che però potrebbero dare altrettante informazioni interessanti sulla salute aziendale.

Un esempio è un influenza di fattori contingenti o eccezionali che potrebbero non rappresentare la situazione finanziaria reale dell’azienda.

L’azienda potrebbe avere un’attività finanziaria temporaneamente elevata a causa di una vendita di beni o un finanziamento straordinario, che potrebbe non essere sostenibile nel lungo termine.

Per questo è importante continuare periodicamente a monitorare il risultato.

Un altro esempio del limite della PFN è che potrebbe variare a seconda del settore e delle caratteristiche specifiche dell’azienda.

Le società finanziarie possono avere una posizione finanziaria netta positiva come parte della loro normale attività, perché dipendono dai finanziamenti esterni per erogare prestiti o investire.

In questi casi, è necessario considerare il contesto e gli indicatori finanziari specifici del settore per valutare adeguatamente la situazione finanziaria dell’azienda.

Infatti abbiamo già detto che la PFN non è l’unico indicatore che bisogna calcolare.

Infine, dobbiamo considerare tra i limiti del calcolo anche tutti quegli elementi che si trovano in bilancio ma che non vengono inclusi come:

  • l’esistenza e l’importo dei debiti scaduti,
  • l’esistenza e l’importo di debiti nei confronti del fisco,
  • la necessità di erogare il TFR ai dipendenti.

Questi sono tutti fattori che non influenzano il risultato della posizione finanziaria netta, ma che incidono fortemente sulla solidità finanziaria dell’azienda, ecco perché abbiamo voluto evidenziare i limiti del mero calcolo della PFN.

Leggi anche: Ammortamento: cos’è e come si calcola

La PFN negli indici di bilancio

Abbiamo già evidenziato l’importanza di rapportare la PFN agli altri indici di bilancio, ma nello specifico per evidenziare la solvibilità finanziaria è fondamentale rapportarla a:

  1. capitale proprio,
  2. ebitda.

Il rapporto tra PFN e il capitale proprio esprime l’equilibrio finanziario di lungo periodo.

In pratica permette di capire se il capitale apportato dai soci è un cuscinetto di sicurezza per i soggetti esterni adeguato oppure no.

Il rapporto tra posizione finanziaria netta e ebitda esprime la capacità dell’azienda di far fronte alle necessità finanziarie perché è in grado di generare un cash flow operativo sufficiente.

Spesso, dai soggetti terzi, questo rapporto viene interpretato come il numero di anni che ci vogliono per coprire l’indebitamento attraverso la sola produzione interna derivante dalla gestione operativa.

Abbiamo concluso la nostra analisi su questo interessante indice di bilancio.

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