La leadership è efficace quando sa gestire il cambiamento

Se sei un imprenditore, un manager o anche un libero professionista sicuramente ti sarai soffermato moltissime volte sul tema della leadership.

Cercando in rete o anche nei testi di settore, avrai certamente trovato una grande quantità di descrizioni del termine leadership. Definizioni, spesso, contrastanti tra loro. 

In alcuni casi la leadership è definita come l’arte di motivare o anche come il saper ispirare e coinvolgere o il saper essere visionari.

In realtà, questi tratti non esprimono l’essenza vera della leadership, ma ne costituiscono solo caratteristiche accessorie, non sempre indispensabili. 

Ti sarai spesso chiesto “Che tipo di leadership dovrei avere io per ottenere risultati migliori nella mia azienda o con il mio team?”.

Partiamo dalla definizione per fare un po’ di chiarezza. Il termine leadership deriva dal verbo inglese To Lead che significa guidare, condurre

Leadership è, quindi, la capacità di guidare altri a raggiungere una certa meta.

In particolare, utilizzando le parole di Antonio Panìco, nominato Business Coach dell’anno dalla rivista CEO Today e fondatore di Business Coaching Italia: Leadership è la capacità di creare un team autonomamente produttivo. Ovvero un gruppo di persone in grado di raggiungere obiettivi predeterminati in maniera indipendente. 

Gli obiettivi da raggiungere possono essere, per fare solo qualche esempio: 

  • un certo incremento delle performance;
  • il rispetto di determinate scadenze;
  • un efficientamento della produzione e così via.

Qualsiasi nuova meta si voglia raggiungere, si avrà, in ogni caso, un cambiamento dello status quo.

È per questo che la leadership implica la capacità di gestire il cambiamento, sia proprio che dei propri collaboratori. 

Forse non sai che il cambiamento segue una curva ricorrente, il cui modello “a 5 fasi” è stato definito per la prima volta dalla dottoressa Elisabeth Kübler Ross e ben presto esteso all’ambito aziendale. 

Se sei il tipo di imprenditore o manager che vuole davvero essere leader della sua azienda o del suo team, devi conoscere questa curva e soprattutto devi essere in grado di agire in maniera strategica adottando lo stile di leadership più idoneo. E questo in funzione della situazione contingente, della maturità dei collaboratori e del punto in cui si trovano su tale curva evolutiva.

curva evolutiva leadership

Sì, perché gli studi che si sono concentrati sul tema della leadership, pur partendo da approcci e prospettive differenti, hanno raggiunto una comune conclusione: non esiste un solo stile di leadership né è possibile identificarne un tipo più adeguato in valore assoluto.

Il nuovo assunto teorico è: “Ciò che rende uno stile di leadership più efficace di un altro è legato al contesto in cui si opera.”

Nel prossimo paragrafo ti descriverò i 6 stili di leadership secondo Business Coaching Italia che ti saranno utili nel quotidiano, proprio perché definiti in relazione alla curva del cambiamento dei dipendenti e quindi ai loro differenti livelli di maturità.

E per ciascuna fase, sono indicati consigli pratici e la modalità di approccio in grado di farti ottenere miglioramenti tangibili nella gestione della tua azienda o del tuo gruppo di lavoro. Degli esempi sono l’aumento delle performance, un efficientamento delle risorse, una migliore organizzazione.

Per ulteriori approfondimenti, ecco altri articoli di BCI sul tema della Leadership:

Ti consiglio, inoltre, in riferimento al tema fondamentale dell’organizzazione, questi altri articoli:

Andiamo ora ad approfondire  i 6 stili di leadership secondo Business Coaching Italia.

Scegliere la leadership in funzione del cambiamento

Business Coaching Italia, partendo dall’approccio situazionale del dott. Blanchard ne ha rivisto il modello ed ha definito 6 stili di leadership in grado di cogliere e sostenere, ancor più nello specifico ed in maniera più raffinata, le fasi del cambiamento attraversate da un collaboratore o da un team. 

Ecco quali sono:

  1. M1 – Leader Direttivo: Nella la fase iniziale è necessario un grande affiancamento, occorre impartire direttive chiare, dare feedback continui e rinforzi;
  2. M2 – Leader Motivatore: Corrisponde alla fase della resistenza e dell’ostilità al cambiamento. Il leader deve dare massimo supporto, essere un motivatore. In questa fase il collaboratore sente che il suo leader lo supporta e lo motiva;
  3. M3 –Coach Ispiratore: In questa fase, nonostante le difficoltà, il collaboratore sa che può raggiungere la meta. Il leader non dà direttive, cerca di far emergere soluzioni procedendo con domande e allo stesso tempo incoraggia e, soprattutto, aiuta il collaboratore a focalizzarsi, portandolo con la mente a come si sentirà nel momento in cui avrà raggiunto l’obiettiv;
  4. M4 – Coach Professionale: La maturità del collaboratore ha raggiunto un punto tale che il leader non ha necessità di motivare. È la fase in cui si lavora in maniera molto mirata sulla pianificazione;
  5. M5 – Delega con controllo: Verso la fine della curva del cambiamento, il collaboratore, o anche il team, ha compreso pienamente. È avvenuta l’accettazione del cambiamento e inizia la fase dell’autonomia. In questo primo step occorrerà verificare, appunto, controllare quanto delegato per aggiustare eventualmente il tiro;
  6. M6 – Delega senza controllo: è l’ultimo step, che si conclude con la piena autonomia del personale, in grado, a questo punto, di gestire e raggiungere autonomamente gli obiettivi! 

I KPI per misurare il cambiamento e scegliere lo stile di leadership

Come fare per adottare lo stile di leadership più adatto alla situazione contingente che consenta a te, imprenditore o manager, di ottenere di più dai tuoi dipendenti e collaboratori? 

È indispensabile, in primis, misurare il livello di maturità del personale in funzione di ciascun ruolo coperto dal singolo e ripetere tale valutazione ad intervalli prestabiliti di tempo, in modo da tracciare l’evoluzione di ciascun membro del personale o del team.

Per fare questo, il leader deve definire innanzitutto un cruscotto di parametri di valutazione, detti KPI, corretti e chiari che fungono da punti di riferimento per le persone. A questo proposito potrebbe essere interessante leggere i seguenti articoli di approfondimento: 

Questo è di aiuto a dipendenti e collaboratori perché avere un cruscotto di KPI misurabili in maniera oggettiva, fa capire in modo preciso ed inequivocabile su cosa ciascuno è valutato.

È opportuno definire due categorie di parametri per valutare sia la maturità lavorativa e che la maturità psicologica del dipendente.

Conclusioni

Business Coaching Italia aiuta molti imprenditori, manager e professionisti a comprendere il livello di maturità dei propri dipendenti o del proprio team, a riconoscere il proprio stile di leadership, ossia quello a lui più naturale e a sviluppare gli altri stili o semplicemente a prendere le giuste decisioni strategiche per affiancare e guidare i propri collaboratori in ogni fase del cambiamento, in modo da ottenere risultati di crescita aziendale concreti. 

Per fare questo, è necessario mettere da parte valutazioni basate su sensazioni e utilizzare strumenti scientifici, come il test elaborato ad hoc da Business Coaching Italia che, partendo da quello definito dal dott. Blanchard, ne approfondisce e raffina l’impostazione in funzione delle fasi principali del cambiamento viste al precedente paragrafo.

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