Crediti insoluti: gestirli per aumentare la liquidità aziendale

I crediti insoluti e i clienti che non pagano le fatture rappresentano un problema molto delicato per gli equilibri aziendali.

Non importa che l’azienda sia ben avviata e lavori bene, è necessario mettere in conto che prima o poi ci si troverà nella situazione di gestire una certa somma di crediti insoluti.

Una volta che un credito diventa insoluto, l’azienda deve intraprendere azioni tempestive per minimizzare gli effetti sulla liquidità aziendale.

A questo punto, potrebbe esserti utile la lettura di: Come gestire la liquidità aziendale

Questo perché se una vendita, l’emissione di una fattura e il suo relativo pagamento significano nuova liquidità nella casse dell’azienda.

Un mancato pagamento non significa solo che non ci sarà nuova liquidità, ma soprattutto significa che la liquidità prevista non ci sarà.

E se la pianificazione di particolari attività aziendali si basa anche sulla liquidità prevista, l’ingranaggio si inceppa.

Diventa quindi molto importante sapere come gestire le situazioni in cui ci si ritrova con un certa somma di crediti insoluti e, di conseguenza, come evitare crisi di liquidità.

Continua a leggere l’articolo se vuoi saperne di più sulla gestione dei crediti insoluti e sull’impatto che hanno sulla liquidità aziendale.

Se vuoi ricevere informazioni gratuite riguardo la gestione dell’attività aziendale personalizzate sulla tua situazione, compila il nostro check up qui.

Cosa sono i crediti insoluti

I crediti insoluti sono semplicemente i crediti che non vengono pagati entro i termini concordati tra l’azienda (il creditore) e il cliente (il debitore).

In altre parole, si tratta di crediti che diventano scaduti e non vengono pagati secondo gli accordi stipulati.

Ci sono vari motivi per cui il credito diventa insoluto tra cui la mancanza di liquidità del cliente debitore, alcune difficoltà finanziarie o persino l’intenzionale mancato pagamento.

Quando il credito diventa insoluto, l’azienda deve affrontare le conseguenze finanziarie del mancato pagamento. 

La conseguenza principale è proprio l’impatto sulla liquidità dell’azienda perché il denaro che dovrebbe essere stato ricevuto per coprire costi aziendali che siano operativi o finanziamenti viene a meno.

Durante l’attività tipica dell’azienda non è raro che le fatture verso i clienti abbiano un certa dilazione di pagamento.

Potrebbe esserti utile anche: Autofattura, cos’è, perché è utile per l’azienda e quando si emette

Spesso infatti le fatture non vengono pagate in tempo reale con la loro emissione, ma viene concordata con il cliente una data di scadenza entro il quale il pagamento deve essere effettuato.

Questo lasso di tempo tra l’emissione della fattura e la scadenza di pagamento non comporta il credito insoluto, anzi, è considerato un credito commerciale che si considera nell’attivo dello stato patrimoniale.

Il credito insoluto si verifica solo nel momento in cui il cliente non ha inviato il pagamento dopo la scadenza concordata.

Questo comporta conseguenze sulla liquidità dell’azienda e anche sullo stato patrimoniale in cui quelle somme erano registrate.

I crediti insoluti nello stato patrimoniale

I crediti insoluti vengono classificati come attività nell’attivo dello stato patrimoniale, poiché rappresentano somme di denaro che l’azienda ha il diritto di ricevere dai debitori.

Però siccome questi crediti non sono stati pagati o sono diventati irrecuperabili, è necessario adottare le misure contabili appropriate per riflettere correttamente la loro natura e il loro valore.

Infatti la redazione del bilancio aziendale prevede che l’importo dei crediti iscritti nello stato patrimoniale sia pari al valore di realizzo.

Il valore di realizzo si differenzia dal valore reale perché è un valore ipotetico che rappresenta la possibilità di essere effettivamente incassato.

Il valore di realizzo si presume dalla differenza tra il valore reale e la sua svalutazione (anche questa ipotizzata dall’azienda stessa in base alla situazione del cliente – creditore).

Il valore di realizzo dipende da vari fattori come:

  • rettifiche delle fatture
  • sconti o riduzioni concordate,
  • riduzione dell’importo a causa del ricordo giudiziale.

Tutti questi parametri individuano la quota di svalutazione dei crediti commerciali.

Quando, indipendentemente da tutto questo, i crediti non vengono pagati diventano crediti insoluti.

I crediti insoluti vengono svalutati nella sezione dell’attivo dello stato patrimoniale chiamata “Crediti deteriorati” o “Crediti inesigibili”.

La distinzione tra crediti deteriorati e crediti inesigibili si basa sulla realistica possibilità di incassare quelle somme.

All’interno della voce “crediti deteriorati” si inseriscono i crediti insoluti che potrebbero essere pagati prima o poi (anche se dopo la scadenza), nella voce “crediti inesigibili” invece vengono considerate tutte quelle somme per cui non si prevede possibilità di incasso.

Un esempio di credito insoluto inesigibile è quando il cliente dichiara fallimento.

La svalutazione delle somme dei crediti rappresenta una stima delle perdite attese derivanti dai crediti che non saranno recuperati.

Per proteggersi da eventuali crisi di liquidità derivanti dai crediti insoluti, è bene che l’azienda preveda un fondo di accantonamento di somme di emergenza che servono proprio a coprire eventuali crediti insoluti.

L’importo dell’accantonamento per ogni credito commerciale dipende dalla valutazione dell’azienda sulla probabilità di recupero e sulla gravità dell’insolvenza.

I crediti insoluti e il cash flow aziendale

I crediti insoluti hanno un impatto significativo sul cash flow aziendale.

Questo perché, perché il cash flow rappresenta l’entrata e l’uscita di denaro nell’azienda e riflette la sua capacità di generare liquidità per finanziare le operazioni quotidiane.

Quando i crediti diventano insoluti, l’azienda non riceve il denaro previsto, quindi si verifica una diminuzione delle entrate e una potenziale crisi di liquidità.

Contabilmente (nel bilancio aziendale) il mancato incasso dei crediti insoluti si risolve con il fondo di accantonamento per svalutazione dei crediti, ma l’impatto sul cash flow invece è molto più delicato da gestire.

Le politiche di credit management servono proprio a prendere in mano la situazione e stabilire come guidare anche questo tipo di imprevisto potenzialmente molto grave per l’azienda.

A questo proposito ti invito ad ascoltare le puntate del nostro podcast in cui parliamo di business e di gestione di successo dell’azienda, considerando anche le sfide che si pongono di fronte agli imprenditori.

L’effetto dei crediti insoluti sul cash flow può essere duplice.

Per primo, l’azienda non riceve i pagamenti attesi, che avrebbero contribuito all’aumento delle entrate.

Quindi viene inevitabilmente limitata la capacità dell’azienda di finanziare le sue attività e coprire le spese correnti.

Secondo, l’azienda potrebbe addirittura dover affrontare costi aggiuntivi per il recupero dei crediti insoluti.

Costi che possono includere l’impiego di risorse umane e tempo per gestire le procedure di recupero, nonché le spese legali nel caso in cui sia necessario intraprendere azioni legali contro i debitori insolventi.
Costi che a loro volta possono ulteriormente ridurre la liquidità disponibile nell’azienda.

La gestione dei crediti insoluti è quindi cruciale per garantire un cash flow sano e stabile.

Ridurre il credito insoluto per aumentare la liquidità in azienda

Per ridurre i crediti insoluti e, di conseguenza, aumentare la liquidità aziendale la soluzione più semplice (ma non sempre attuabile) è di recuperare le somme dei crediti insoluti.

Anche se dopo la scadenza, recuperare l’intero valore del credito permette alle casse aziendale di ritrovare un po’ di respiro.

Sappiamo perfettamente però che non sempre è possibile recuperare, in parte o in toto, quei crediti.

Strategicamente il lavoro più importante è quello di trovare il modo di ridurre i crediti insoluti e quindi risolvere il problema ancora prima che si ponga.

Questo però è anche il lavoro più delicato e difficile perché non riguarda i numeri ma riguarda principalmente il rapporto con i clienti e sulla relazione che si costruisce con essi, cercando di evitare che non paghino.

Se incassare il credito e costruire una forte relazione con i clienti non fosse sufficiente, per recuperare i crediti è importante concentrarsi su questi aspetti:

  • Redigere un contratto chiaro che esplicita senza ombra di dubbio i termini e le condizioni di pagamento.
    Di certo non risolverà il 100% dei mancati pagamenti, però è un ottimo punto di partenza.
  • Appoggiarsi a delle società specializzate nel recupero crediti che si occupano di gestire la riscossione.
  • Affidarsi a un avvocato che possa intervenire nei confronti dei clienti insolventi.

Indubbiamente il tema dei crediti insoluti è uno dei più delicati perché rappresenta una vera e propria minaccia al cash flow e a tutta l’attività di business.

Però non si può fare finta di niente, anzi è sempre meglio conoscere tutti i rischi per prevedere le mosse da mettere in atto in caso di verifichino situazioni simili.

Abbiamo concluso l’argomento dei crediti insoluti, abbiamo parlato di cosa sono e quale impatto hanno sul cash flow aziendale.

Se vuoi ricevere dei consigli personalizzati riguardanti il tuo business e come gestire eventuali crisi di liquidità, compila il check up aziendale gratuito. Clicca qui.

Contenuti dell'articolo

Senti un limite alla crescita del tuo business?
SUPERALO
...e moltipilica i tuoi profitti lavorando meno ore, ma meglio!
Scopri come fare

Scopri il metodo BCI

Possiamo costruire un programma
di coaching su misura per la tua azienda

Possiamo costruire un programma di coaching su misura per la tua azienda

Abbiamo fondato il metodo sui principi dell’Autoefficacia perché offrono risultati concreti e scientificamente misurabili. Al coaching basato sull’Autoefficacia abbiamo unito la consulenza 1-1.

Ti potrebbe interessare anche...

Argomenti del BLOG