Capitale circolante e capitale operativo: cosa sono e come si calcolano

Il capitale circolante è la differenza tra le attività e le passività correnti non fruttifere di interessi di un’azienda. Nelle attività correnti sono incluse la cassa, i crediti e le rimanenze, esclusi i titoli negoziabili. Per passività correnti non fruttifere si intende l’importo di denaro che un’azienda deve rimborsare entro l’anno senza interessi. 

Il capitale circolante viene utilizzato per calcolare il flusso di cassa e rivela le attività correnti che un’azienda potrà eventualmente trasformare in contanti entro 12 mesi.

Disporre di un capitale circolante elevato spesso si traduce nella possibilità da parte dell’azienda di pagare in anticipo i fornitori per beneficiare degli sconti di cassa, per mantenere elevati i livelli di inventario, per soddisfare l’elevata domanda e per attirare più clienti in modo da aumentare il volume delle vendite.

Invece, il capitale operativo si riferisce alle attività correnti di un’azienda e misura la quantità di investimento di cui ha bisogno per finanziare le componenti del proprio ciclo operativo o le operazioni quotidiane. 

In questo processo sono inclusi l’acquisto e la vendita di inventario, il pagamento dei fornitori e la riscossione dei pagamenti dai clienti. 

Per comprendere quando un’azienda deve utilizzare il capitale operativo oppure il capitale circolante, dovrebbe un po’ rivedere il proprio bilancio. 

Poiché il capitale operativo riflette la gestione delle risorse nelle operazioni quotidiane, questo calcolo è utile per determinare se un’azienda può rimanere solvibile. Ad esempio, se un’azienda possiede poco capitale operativo, il rischio è di ritrovarsi senza fondi sufficienti per ripagare le passività in sospeso. Comparativamente, il capitale circolante è molto utile come mezzo di valutazione degli investimenti e per determinare se l’accumulo di debiti è necessario.

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Come si calcola il capitale circolante

Per calcolare il capitale circolante, la formula è la seguente:

Capitale circolante = Attività correnti – Passività correnti

Ad esempio, se il bilancio aziendale di una società ha 400.000 attività correnti totali e 300.000 passività correnti totali, il capitale circolante della società è 100.000 (attività – passività).

L’equazione del capitale circolante sottrae le passività dalle attività correnti. Se il risultato è positivo, significa che l’attività possiede abbastanza contanti per coprire spese e debiti a breve termine; se, invece, il risultato è negativo, significa che i fondi scarseggiano. 

La formula del coefficiente di capitale circolante mostra il rapporto tra attività e passività, ovvero quante volte un’azienda può estinguere le passività correnti con le attività correnti. Il coefficiente è:

Rapporto di capitale circolante = Attività correnti/Passività correnti

Ad esempio, utilizzando le cifre del bilancio di cui sopra, il coefficiente di capitale circolante sarebbe 400.000 / 300.000 = 1,33.

Conoscere il rapporto è utile perché, sulla carta, due società con attività e passività molto diverse potrebbero sembrare identiche se il calcolo si basasse soltanto sulle cifre del capitale circolante.

Se, ad esempio, una società A ha attività correnti di 1 milione di euro e passività di 500.000 euro, mentre una società B ha attività correnti di 5 milioni di euro e passività di 4,5 milioni euro, entrambe hanno un capitale circolante (attività – passività) di 500.000 euro, ma la società A ha un rapporto di capitale circolante di 2, mentre la società B ha un rapporto di 1,1.

Come si calcola il capitale operativo

Per calcolare il capitale operativo, la formula è la seguente:

Capitale operativo = Attività correnti – Passività correnti.

Quindi la formula è uguale a quella del capitale circolante

Vale la pena puntualizzare un concetto importante. Per comprendere quando un’azienda deve utilizzare il capitale operativo oppure il capitale circolante, dovrebbe rivedere il proprio bilancio aziendale.

Poiché il capitale operativo riflette la gestione delle risorse nelle operazioni quotidiane, questo calcolo è utile per determinare se un’azienda può rimanere solvibile. Ad esempio, se un’azienda possiede poco capitale operativo, il rischio è di ritrovarsi senza fondi sufficienti per ripagare le passività in sospeso. Comparativamente, il capitale circolante è molto utile come mezzo di valutazione degli investimenti e per determinare se l’accumulo di debiti è necessario.

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