Il principio di cassa: cos’è e perché è utile nella contabilità aziendale

Il principio di cassa basa tutte le registrazioni contabili sul momento in cui effettivamente la cassa aziendale subisce un movimento (in entrata o in uscita).

Ti ricordo però non tutte le aziende possono seguire il principio di cassa per poter registrare i propri documenti contabili.

Il principio di cassa è uno dei principi fondamentali della contabilità aziendale.

Questo principio stabilisce che le transazioni finanziarie di un’azienda devono essere contabilizzate in base al momento in cui vengono effettivamente incassate o pagate, piuttosto che in base al momento in cui sono state iniziate o contrattate.

Per semplificare possiamo riassumere che, secondo il principio di cassa, le entrate e le uscite di denaro dell’azienda devono essere registrate sulla base del flusso di cassa effettivo, piuttosto che sul principio di competenza, che prevede di registrare le transazioni in base al momento in cui si generano i diritti e gli obblighi economici.

Il principio di cassa è fondamentale per la gestione finanziaria di un’azienda, perché consente di avere una visione più chiara e precisa della liquidità dell’impresa.

In questo modo, è possibile prendere decisioni più informate sulla base delle disponibilità effettive, senza incorrere in problemi di liquidità o di solvibilità.

Inoltre, il principio di cassa è un elemento essenziale della contabilità a doppia voce, che prevede la registrazione simultanea di entrate e uscite di denaro su due conti distinti, in modo da garantire la corretta rilevazione delle variazioni patrimoniali dell’azienda.

Questo è uno strumento indispensabile per la gestione finanziaria di un’azienda per mantenere un controllo costante sulla liquidità e per prendere decisioni basate su informazioni precise e aggiornate.

Se vuoi saperne di più sul principio contabile di cassa continua a leggere l’articolo, ma se invece vuoi avere alcune informazioni gratuite specifiche per il tuo business, ti invito a compilare il check up aziendale qui.

Che cos’è il principio di cassa

Il principio di cassa è uno dei principi fondamentali della contabilità.

Prevede che le transazioni economiche di un’azienda devono essere contabilizzate sulla base del flusso di cassa effettivo, ossia in base al momento in cui il denaro viene effettivamente incassato o pagato.

La normativa italiana (art. 2423 bis del Codice Civile)  individua diversi principi di registrazione dei documenti contabili, cioè:

  • principio di continuità aziendale
  • principio di prudenza
  • principio di competenza
  • principio di realizzazione

Il principio di cassa è stato aggiunto con la Legge di Bilancio del 2017, che introduce anche il concetto di manifestazione finanziaria.

Ciò significa che le entrate e le uscite di denaro devono essere registrate quando avviene il movimento effettivo di denaro, indipendentemente dal momento in cui l’operazione economica è stata iniziata o contrattata (principio di competenza).

In questo modo, la contabilità segue il flusso effettivo di denaro che entra e che esce dall’azienda, fornendo una visione aggiornata della situazione di liquidità.

E sappiamo che conoscere la situazione di liquidità dell’azienda è fondamentale per prendere decisioni di gestione informate e consapevoli, evitando crisi di liquidità e di solvibilità.

Il principio di cassa è spesso utilizzato nelle piccole e medie imprese, dove le operazioni finanziarie sono più semplici e meno numerose rispetto alle grandi aziende.

Tuttavia, anche le grandi aziende utilizzano il principio di cassa per alcune operazioni specifiche, come ad esempio il pagamento dei fornitori o la gestione delle entrate provenienti dalle vendite.

Come funziona il principio di cassa nella contabilità

Il presupposto principale per comprendere come funziona il principio di cassa è quello che le operazioni devono avere un impatto sulla cassa dell’azienda.

Se si registra un’operazione che non ha modificato la liquidità o il cash flow, non si sta seguendo il principio di cassa.

Le transazioni vengono contabilizzate solo quando il denaro entra o esce dall’azienda, indipendentemente dal momento in cui è stata avviata o contratta l’operazione economica.

Ad esempio, se l’azienda ha venduto dei prodotti a un cliente, il ricavo della vendita viene registrato solo quando il pagamento è stato effettuato, anche se la vendita è stata contratta precedentemente.

La stessa logica vale per le uscite di denaro: una spesa viene registrata solo quando il pagamento effettivo viene effettuato, anche se l’ordine o il contratto di acquisto è stato effettuato in precedenza.

La contabilizzazione delle voci di incasso o di pagamento possono variare anche in base allo strumento utilizzato per lo spostamento del denaro.

L’incasso o il pagamento in contanti presuppone un movimento di cassa immediato, quindi la data di contabilizzazione del movimento sarà la stessa del movimento.

Diversi sono i casi di pagamento con il POS o con i bonifici.

Per risolvere la questione, è buona norma considerare come data di contabilizzazione, il giorno dell’accredito del denaro sul conto (non il giorno del pagamento o dell’incasso).

Un altro caso ancora è il pagamento (o incasso) con assegno, in questo caso si considera come data di registrazione, il giorno in cui l’assegno entra in possesso del suo destinatario (indipendentemente che questo vada a riscuoterlo oppure no).

Principio di cassa, ammortamenti e accantonamenti

Il principio di cassa, gli ammortamenti e gli accantonamenti rappresentano tre elementi fondamentali della contabilità aziendale.

Il principio di cassa, come abbiamo già visto, prevede che le transazioni economiche di un’azienda debbano essere contabilizzate sulla base del flusso di cassa effettivo, ossia in base al momento in cui il denaro viene effettivamente incassato o pagato.

Gli ammortamenti, invece, sono una modalità di contabilizzazione delle immobilizzazioni, ossia dei beni strumentali dell’azienda, che prevede una ripartizione dei costi di questi beni su più periodi contabili.

Gli accantonamenti invece sono riserve che l’azienda costituisce per far fronte a future spese o passività, come ad esempio le garanzie sui prodotti venduti o le tasse da pagare.

La particolare relazione tra questi tre elementi contabili prevede due diversi fronti:

  1. che gli ammortamenti e gli accantonamenti influenzino il cash flow aziendale,
  2. allo stesso tempo non possono essere contabilizzati secondo il principio di cassa.

La prima parte è immediata da afferrare: accantonamenti di denaro oppure l’acquisto di un bene pluriennale comportano delle riduzioni nella liquidità aziendale.

La seconda parte comporta che né gli accantonamenti né gli ammortamenti possano essere contabilizzati con il principio di cassa.

Perché?

Perché gli accantonamenti, soprattutto quelli obbligatori per legge che compongono la riserva legale, non comportano un vero e proprio movimento di cassa.

Al massimo comportano uno spostamento della liquidità da un conto (quello aziendale con cui si paga e si incassa) al conto riservato agli accantonamenti.

Non rilevandosi una vera e propria modifica della liquidità aziendale, se si seguisse il principio di cassa non ci sarebbe nessun movimento da contabilizzare.

L’accantonamento invece va contabilizzato perché sono delle risorse economiche non spendibili.

Allo stesso modo, anche l’ammortamento non può essere contabilizzato secondo il principio di cassa perché l’ammortamento (annuale ad esempio) non comporta un vera spesa.

Il movimento di denaro avviene esclusivamente al momento dell’acquisto del bene, le quote di ammortamento sono dei costi fittizi che seguono il principio contabile della competenza.

Le differenze con il principio di competenza

Il principio di cassa e il principio di competenza rappresentano due approcci differenti alla contabilizzazione delle operazioni economiche dell’azienda.

Il principio di cassa prevede che le entrate e le uscite di denaro dell’azienda siano contabilizzate solo quando effettivamente avvengono, ossia quando il denaro entra o esce dall’azienda.

D’altra parte, il principio di competenza prevede che le operazioni economiche siano contabilizzate nel momento in cui avviene l’evento economico, indipendentemente dal momento in cui il denaro entra o esce dall’azienda.

Per semplificare:

  1. Il principio di cassa si concentra sul flusso di cassa effettivo dell’azienda,
  2. il principio di competenza si concentra sulla corretta valutazione dei profitti e delle perdite dell’azienda.

Ad esempio, se un’azienda vende un prodotto a un cliente ma il pagamento viene effettuato in un momento successivo, il principio di cassa prevede che la vendita sia contabilizzata solo quando il pagamento effettivo avviene, mentre il principio di competenza prevede che la vendita sia contabilizzata nel momento in cui l’evento economico si è verificato, ossia quando il prodotto è stato venduto al cliente.

Le differenze tra i due principi hanno importanti implicazioni sul bilancio.

Se, per esempio, la tua azienda ha una forte componente di crediti commerciali, ossia di vendite effettuate ma non ancora pagate, il bilancio sarà influenzato maggiormente dal principio di competenza piuttosto che dal principio di cassa.

Inoltre, il principio di competenza permette di valutare meglio l’effettiva redditività dell’azienda, perché tiene conto di tutte le operazioni economiche, anche quelle che non si traducono immediatamente in entrate o uscite di denaro.

In sintesi, il principio di cassa e il principio di competenza rappresentano due approcci differenti alla contabilizzazione delle operazioni economiche di un’azienda, che hanno importanti implicazioni sulla valutazione finanziaria dell’azienda stessa.

La scelta tra i due principi dipende dalle esigenze specifiche dell’azienda e dal tipo di regime contabile che si deve seguire per legge, per cui è importante consultare un esperto contabile per valutare quale approccio sia più adatto alle esigenze dell’azienda stessa.

A questo proposito, ti ricordo che è importante circondarsi di persone esperte e fidate a cui poter delegare l’operatività.

In fondo il tuo lavoro di imprenditore, non è quello di entrare nel merito dell’operatività, ma di trovare le strategie migliori per espandere il business sempre di più.

Questo è possibile solo grazie alla delega.

Quando si applica il principio di cassa in contabilità

Il principio di cassa si può applicare solo in alcuni specifici casi.

La legge impone che la regola generale è quella di seguire il principio di competenza per le registrazioni contabili.

Il principio di cassa è una vera e propria alternativa, interessante soprattutto per le piccole medie imprese con contabilità semplificata e per tutte le attività (come i liberi professionisti) che operano in regime forfettario.

Per riassumere, possono applicare il principio di cassa:

  1. imprese con un fatturato annuale inferiore ai 400mila euro,
  2. attività commerciali con un fatturato annuale inferiore al 700mila euro,
  3. liberi professionisti, ditte individuali e tutte le attività che rientrano in regime forfettario.

Abbiamo concluso il nostro approfondimento sul principio di cassa nella contabilità aziendale.

Abbiamo potuto evidenziare il significato del principio di cassa e anche le differenze con il principio di competenza (molto più noto nella contabilità aziendale).

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