Farsi rispettare a lavoro: lavorare su autostima e buone abitudini

Farsi rispettare a lavoro non significa soltanto ottenere l’approvazione dagli altri, ma è anche collegato al rispetto che ogni dipendente ha di sé stesso. 

Un posto di lavoro dove la collaborazione è sempre presente, è un luogo sereno e gioviale, con colleghi sempre aperti al dialogo e datori di lavoro che sono dei veri capi. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, la realtà è ben diversa. 

Molte persone sono convinte che capitare in un luogo di lavoro dove vige il rispetto reciproco e la collaborazione tra colleghi sia soltanto fortuna. In realtà, le cose sono molto più complesse.   

È pur vero che gli ambienti lavorativi tossici non sono una leggenda urbana, ma una cruda realtà quotidiana. Ma questa tossicità non è dovuta a una tossina che si propaga inspiegabilmente in aria, ma nasce dai comportamenti di uno o più dipendenti, che influenzano anche quello degli altri come se fossero virus. 

Questo discorso vale anche per il rispetto tra colleghi. Ottenere considerazione e stima da parte del leader e del team non significa essere stati baciati dalla buona sorte, ma dipende principalmente dal modo di essere e di agire. 

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Autostima verso sé stessi

Tutto parte dell’autostima verso sé stessi, elemento essenziale per ottenere il rispetto da parte degli altri. Il concetto può suonare lampante, ma in realtà non è così. 

Su ogni posto di lavoro, indipendentemente dalla mansione, se i colleghi si comportano in modo vessatorio o svalutante, vuol dire che il modo di agire non è stato in grado di comunicare quella forza caratteriale necessaria per ottenere il rispetto altrui. Ciò accade perché manca stima verso sé stessi e poca fiducia nei propri mezzi. 

C’è anche un altro aspetto, molto comune in diversi individui: l’eccessiva disponibilità a lavoro. Questa disponibilità non nasce dall’indole generosa propria del carattere di una persona, ma dal disperato bisogno di essere approvato dai colleghi. 

Questo è un segno di insicurezza, che porta immancabilmente all’incapacità di mettere in discussione quanto viene affermato dai colleghi o dal capo, incassando molto spesso anche feroci critiche e commenti negativi. 

Essere eccessivamente disponibili non significa rendere gli altri ben disposti. Invece, crea una sorta di figura retorica, valida soltanto per affibbiargli incarichi molto noiosi oppure utilizzata come scaricabarile. Insomma, un dipendente con scarsa autostima viene trasformato in vittima sacrificale su cui riversare di tutto, anche cattiverie e pettegolezzi. 

Se da un lato c’è un dipendente perfetto (o presunto tale) e dall’altro un altro dipendente sempre disponibile, quest’ultimo non rifiuterà mai di accollarsi lavori pesanti e avvilenti. Inoltre, diventa il capro espiatorio, ossia colui che è diretto responsabile di qualsiasi errore, fallimento o problema. 

Alla fine, un tale dipendente si trasforma in un fantasma che si aggira sul posto di lavoro, ignorato completamente nei processi professionali e di crescita professionale, ma che diventa improvvisamente “di materia” quando le cose non vanno bene. 

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come farsi rispettare a lavoro

Buone abitudini per farsi rispettare da Leader e colleghi

Anche se quella di mettere dei paletti può essere un modo utile ed efficace per dare maggiore valore a sé stessi e alla propria carriera professionale o lavorativa, in modo da creare il giusto equilibrio tra vita privata e lavoro, che è indubbiamente molto importante per essere felici, tutto questo però non deve penalizzare in nessun modo gli altri.

In altre parole, il rispetto non deve manifestarsi attraverso un comportamento dittatoriale che incute timore in chi sta intorno. 

L’unica via che si deve tassativamente intraprendere per ottenere fiducia, attenzione e stima da parte dei colleghi e del datore di lavoro è quella che porta all’auto-affermazione e al rispetto per gli altri. 

A livello pratico, quanto detto si traduce nella capacità di svolgere egregiamente il proprio lavoro, essere sempre affidabili e puntuali, basare le relazioni con i colleghi sulla trasparenza e l’onestà, essere empatici e collaborativi. 

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