Trattenere talenti in azienda

Anche se specializzate in diversi settori, le aziende che riescono a trattenere i talenti in azienda hanno tutte caratteristiche comuni.

Tra queste, l’employer branding è una strategia molto diffusa nel marketing per migliorare l’impressione che collaboratori, talenti in fase di recruiting e clienti hanno dell’azienda.

Uno degli obiettivi strategici di un’azienda è attrarre i talenti giusti e saperli trattenere. È, infatti, sempre più importante ricercare risorse umane qualificate ma che condividano appieno i valori dell’azienda. Solo coinvolgendo i lavoratori nella cultura aziendale questi possono ottenere una forte motivazione che li farà diventare sponsor dell’azienda.

Negli ultimi tempi sempre più aziende stanno investendo in varie soluzioni per trattenere talenti in azienda. Infatti, secondo la Guida all’employer brand di LinkedIn i costi per le assunzioni da parte di aziende con buona reputazione sono la metà rispetto alla media e il turnover di collaboratori cala del 28% in caso di un employer brand forte, mentre nel rapporto The State on Employer Branding pubblicato da LinkedIn Talent Solutions, l’83% dei recruiter conviene sul fatto che una buona reputazione aziendale aiuta nell’attrarre talenti.

È quindi chiaro perché sia necessario investire risorse nel miglioramento della propria reputazione non solo nelle strategia di branding rivolte ai clienti e partner, ma anche affinché i collaboratori condividano la mission aziendale e possano esprimere liberamente il proprio potenziale.

Trattenere i talenti in azienda grazie al senso di appartenenza

Questo è il primo beneficio di un forte branding: diffondere nei collaboratori un senso di appartenenza all’azienda e ai suoi valori.

Secondo numerose ricerche la cultura aziendale è ciò che motiva un collaboratore. Maslow ha inserito i bisogni sociali nella famosa piramide che porta il suo nome e il sentimento di appartenenza e il bisogno di sentirsi apprezzati per il proprio lavoro sono alla base per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo aziendale.

Fattore decisivo è la cultura aziendale. Infatti, per contrastare le motivazioni indirette (come la pressione economico-sociale) sono fondamentali la condivisione di valori e la soddisfazione che può derivare dall’attività che si è svolta. Perché migliori i risultati dell’azienda, questa cultura deve essere condivisa dai collaboratori, ma anche tra i manager che devono motivare i lavoratori di tutti i livelli.

Come dimostra anche lo studio The Business Benefits of Positive Leadership del Gallup Management Journal ricevere elogi ed essere guidati da leader che sostengono i propri collaboratori, può far aumentare del 30% le prestazioni lavorative. Grazie a questa attitudine noterai che anche gli obiettivi più ambiziosi che poni al tuo team diventeranno più accessibili.

Tutte queste strategie messe in atto per migliorare la reputazione dell’impresa sono il perno fondamentale dell’innovazione di un brand.

L’employer branding è un’attività di marketing che tramite la condivisione di valori che poi vengono trasferiti anche all’esterno, garantisce la possibilità di centrare un obiettivo legato al business.

Infatti, secondo un sondaggio Italy RepTrak del Reputation Institute, come il brand viene visto dall’esterno influenza il 61% degli intervistati. E la percezione di un’azienda si consolida anche attraverso l’esperienza delle risorse umane che hanno collaborato con il brand.

Oltre che per trattenere i talenti in azienda l’attenzione delle aziende si estende anche alla loro retention. Esiste anche una motivazione economica dietro questa scelta: in base alle competenze del collaboratore che va sostituito, i costi per il recruiting e per la nuova assunzione possono raddoppiare, se non triplicare.

Grazie a questo calcolo eseguito dall’Istituto Great Place to Work si può facilmente intuire perché necessario fornire ai nostri collaboratori motivazione e sostegno in azienda: più saranno motivati, anche in smart working, e meno saranno propensi a cercare nuove prospettive lavorative.

Trattenere i talenti in azienda per renderli ambassador del brand

Esistono quattro fasi fondamentali per rendere i collaboratori ambassador del brand e sono stati individuati da LinkedIn Talent Solutions e TNS Emplyee Insights nella guida 4 Essential Tips to Convert Your Employees:

1.     Migliorare l’engagement grazie al sostegno del leader e del manager.

2.     Condividere con i collaboratori la i valori e la mission dell’azienda.

3.     Promuovere la condivisione delle proprie esperienze tramite social network (ad esempio LinkedIn).

4.     Somministrare sondaggi interni per valutare il grado di soddisfazione e di coinvolgimento.

Un articolo pubblicato da Harvard Business Review illustra il successo di Ideo, una design company americana con diverse sedi anche in Europe e in Asia e che conta più di 600 collaboratori.

La scelta del suo fondatore David Kelley, trent’anni fa, è stata quella di fondare la sua azienda scegliendo come collaboratori solo dei suoi amici. Questa scelta ha tracciato il sentiero che il brand segue tutt’oggi: la cultura aziendale si fonda sul coinvolgimento dei collaboratori che avviene tramite:

·       Uno scopo condiviso. Se prendiamo il caso di Ideo, già dalla homepage del sito è chiare a mission aziendale: creare un impatto positivo grazie al design. Lo scopo dell’impresa è volutamente vago ed ambizioso poiché si pone come intento principale quello di motivare le persone. Ogni sede viene incoraggiate nel creare un ambiente su misura anche grazie ai desideri dei collaboratori e alle caratteristiche del mercato in cui si inserisce.

·       L’individuazione di valori fondamentali. Nel caso di Ideo sono stabiliti in un vero contratto:

1.     Collaborazione

2.     Essere ottimisti

3.     Imparare dai propri errori

4.     Parlare di meno, ascoltare e fare di più

5.     Assumersi maggiori responsabilità

6.     Supportare il successo dei colleghi

7.     Affrontare le difficoltà.

I collaboratori sviluppano così fiducia nelle loro capacità e allo stesso tempo i leader ne riconoscono i successi in modo da migliorare l’ambiente di lavoro e la motivazione generale.

Nell’azienda Ideo sono incoraggiati anche i momenti di svago tra colleghi, sia nel momenti di pausa che durante le ore lavorative, per permettere la condivisione di opinioni e rafforzare i legami umani.

Viene incoraggiato anche lo spirito di iniziativa affinché i collaboratori forniscano le proprie idee in modo che l’atteggiamento direttivo non provenga solo dai leader. Molto importante è l’impegno profuso dai collaboratori goda sempre di riconoscimento da parte dei leader.

Ogni azienda può trovare i modi più utili per trattenere i talenti in azienda e adattarli alle proprie necessità.

Secondo il documento Employer Branding in 6 passi di Ranstad Italia le soluzioni che non devono mancare per migliorare la qualità della vita dei collaboratori:

·       Avere un buon equilibrio tra vita lavorativa e privata. Oltre alla soddisfazione e alla gratificazione per i risultati raggiunti è necessario che ci sia benessere personale e lavorativo.

·       Per migliorare l’engagement è fondamentale l’importanza che ogni collaboratore dà al proprio lavoro. C’è bisogno che riconosca il valore del suo ruolo e dell’impatto del suo lavoro.

·       Garantire sviluppo e crescita continui anche per ottenere nuove opportunità di carriera.

·       Garantire adeguata formazione per le competenze tecniche e per rafforzare le soft skills.

·       Supportare il coinvolgimento dei collaboratori anche grazie allo sviluppo di ambienti adeguati.

·       Fornire capacità di leadership forte in modo da incarnare i valori e la mission aziendali con il proprio comportamento e fornire l’esempio ai collaboratori.

·       Fornire un’adeguata retribuzione e benefit aziendali in modo da garantire sicurezza economica ai collaboratori.

È necessario ascoltare le esigenze dei collaboratori e proporre delle soluzioni personalizzate perché i benefit siano effettivamente utili: esistono soluzioni flessibili e di facile introduzione e progetti più complessi a cui va affiancato l’uso di una piattaforma welfare.

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