I crediti deteriorati, noti anche in inglese come “non performing loans” (NPL), rappresentano un argomento di crescente interesse per le aziende e non solo.
Sono essenzialmente prestiti o obbligazioni che non vengono rimborsati dai debitori nei tempi stabiliti o che comportano un rischio significativo di non essere mai restituiti interamente.
Il termine “crediti deteriorati” implica una sorta di decadimento o degrado della qualità creditizia di un’obbligazione o di un prestito, e questo concetto è fondamentale per comprendere il loro impatto sul sistema finanziario.
Quando un credito viene classificato come deteriorato, le aziende devono affrontare non solo la perdita finanziaria imminente, ma anche le sfide connesse alla gestione di tali attività problematiche.
Come ad esempio una serie di conseguenze negative, tra cui una minore disponibilità di capitale, la riduzione della fiducia degli stakeholders e il potenziale impatto sul bilancio.
La gestione di questo tipo di crediti rimane una sfida complessa, che richiede una valutazione accurata e conseguente gestione dei rischi, strategie di recupero e disposizioni finanziarie adeguate.
Continua a leggere l’approfondimento in questo articolo se vuoi informarti sul funzionamento dei crediti deteriorati.
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Quando i crediti deteriorati diventano dannosi per l’impresa
I crediti deteriorati possono rappresentare una minaccia significativa per l’impresa quando non vengono gestiti con la dovuta attenzione e tempestività.
La gravità della situazione può variare a seconda del settore in cui opera l’impresa, delle dimensioni del portafoglio creditizio e delle politiche aziendali, ma in generale, ci sono alcune circostanze comuni in cui i crediti deteriorati possono diventare dannosi per l’impresa.
Innanzi tutto, quando un’impresa accumula un elevato volume di crediti deteriorati nel suo portafoglio, potrebbe incorrere in un deterioramento significativo della sua situazione finanziaria.
Questo perché i crediti deteriorati sono di fatto attività e liquidità che potrebbero non essere mai completamente recuperate.
Il che implica la perdita di capitale per l’impresa.
Le perdite possono erodere il patrimonio netto dell’azienda e influire negativamente sulla sua capacità di investire, crescere e ottenere finanziamenti futuri.
Inoltre, un’elevata esposizione a crediti deteriorati può influenzare negativamente il rating di credito dell’impresa, rendendo più costoso e difficile l’accesso a finanziamenti sul mercato.
I crediti deteriorati mettono anche a dura prova la liquidità dell’azienda.
Quando i debitori non riescono a rimborsare i loro debiti, l’impresa potrebbe trovarsi in difficoltà a coprire le proprie spese correnti e a mantenere il flusso di cassa necessario per operare con successo.
La mancanza di liquidità può portare a ritardi nei pagamenti ai fornitori, indebolendo ulteriormente le relazioni commerciali e danneggiando la reputazione dell’impresa.
Un altro effetto dannoso di questo tipo di crediti è che richiedono risorse considerevoli in termini di tempo e denaro per la gestione e il recupero.
Le procedure legali e di recupero possono essere lunghe e costose e l’azienda potrebbe dover assumere personale specializzato per affrontare questa sfida.
Questo può rappresentare un ulteriore onere finanziario e operativo per l’impresa.
Infine, la presenza di crediti deteriorati nell’azienda può influenzare negativamente la sua percezione da parte degli investitori, dei clienti e degli stakeholder.
Un’elevata esposizione può far sorgere dubbi sulla gestione finanziaria e sulle politiche di credito dell’impresa, minacciando la fiducia dei suoi partner commerciali e degli investitori.
Ci sono svariati motivi per cui sarebbe meglio ridurre al minimo, o eliminare completamente, la quota di crediti deteriorati dall’esperienza aziendale.
Perché un credito diventa deteriorato?
I crediti diventano deteriorati a causa di una serie di fattori interconnessi che possono influenzare la capacità dei debitori di onorare i loro obblighi finanziari.
Questi fattori possono variare notevolmente, ma alcuni dei principali motivi per cui i crediti si deteriorano includono:
- Problemi finanziari dei debitori.
Uno dei motivi più comuni è che i debitori attraversano difficoltà finanziarie personali o aziendali.
Questo può derivare da una perdita di lavoro, una riduzione del reddito, un fallimento imprenditoriale o altre sfide economiche che rendono difficile il pagamento dei debiti. - Scarsa gestione del credito.
Le imprese possono concedere credito a persone o aziende con scarsi controlli creditizi o politiche di concessione del credito troppo generose.
Questo può portare a una maggiore probabilità di insolvenza da parte dei debitori. - Fluttuazioni economiche.
Le recessioni economiche o le turbolenze del mercato possono influenzare la capacità dei debitori di restituire i prestiti.
Periodi di bassa crescita economica o instabilità possono aumentare il tasso di disoccupazione e indebolire le aziende, portando a un aumento dei crediti deteriorati. - Eventi imprevisti.
Eventi imprevisti come catastrofi naturali, pandemie o crisi geopolitiche possono avere effetti devastanti sull’economia e sui debitori, contribuendo alla deteriorazione dei crediti. - Mancanza di vigilanza e monitoraggio.
La mancanza di un adeguato monitoraggio e controllo dei crediti può portare a ritardi nella rilevazione dei problemi finanziari dei debitori, consentendo loro di accumulare debiti in modo incontrollato.
I crediti diventano deteriorati a causa di una combinazione di fattori economici, finanziari e comportamentali.
È proprio per questo che ogni azienda deve adottare pratiche di gestione del rischio creditizio rigorose per mitigare i rischi associati a questi fattori e mantenere la salute finanziaria dei loro portafogli creditizi.
Non performing loans: come vengono classificati
In base al grado di deterioramento del credito e quindi dalla possibilità di incasso, ci sono tre diverse classificazioni.
- Esposizioni scadute e/o sconfinate,
- Inadempienze probabili,
- Crediti in sofferenza.
Nella prima categoria (esposizioni scadute e/o sconfinate) rientrano i crediti che non sono stati pagati e che hanno superato il termine di 90 giorni dall’ultima scadenza di pagamento.
Questa generalmente è il primo grado di classificazione del credito che non risulta regolarmente pagato.
Nella seconda categoria (inadempienze probabili) rientrano rientrano i crediti che hanno alta possibilità di non essere pagati.
Dopo le valutazioni del debitore è possibile farsi un’idea della possibilità che il credito venga effettivamente pagato oppure possa diventare un credito inesigibile.
Questo è il secondo step della categorizzazione, il credito si sta deteriorando sempre di più, cioè diventa sempre più difficile pensare di incassare la somma.
La terza categoria (i crediti in sofferenza) sono i crediti di pessima qualità per cui è praticamente impossibile pensare a un incasso.
Si possono considerare crediti praticamente irrecuperabili.
I crediti deteriorati categorizzati come “crediti in sofferenza” sono quelli per cui il debitore è in stato di insolvenza (anche accertata in via giudiziale).
Non ci sono strategie per prevedere in modo esatto e preciso tutti i possibili crediti deteriorati, però è importante che le aziende facciano dei controlli molto accurati nei confronti dei loro debitori per poter allontanare, per quanto possibile, la possibilità di trovarsi con un debitore insolvente e un credito deteriorato.
A questo punto abbiamo scoperto cosa sono i crediti deteriorati e perchè lo diventano e anche quali sono quelli dannosi per l’azienda.
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